• +392 918 19 30
  • info@adicampobellodimazara.it

IL BATTESIMO

IL BATTESIMO

Il termine “battesimo” (deriva dal greco antico “bapto – baptizo”, che significa “immergere, sommergere”), esprime il senso di una totale immersione nell’acqua, come simbolo di una totale accettazione del Cristo che purifica e rigenera (Vangelo di Giovanni 3:16; 6:51-58; Lettera agli Ebrei 4:2,3).

L’acqua non purifica ma simboleggia la morte del peccato che separa l’uomo da Dio, un seppellimento con Cristo e la risurrezione ad una vita nuova:

“… al tempo di Noè, mentre si preparava l’arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l’acqua. Quest’acqua era figura del battesimo (che non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma la richiesta di una buona coscienza verso Dio)…” (Prima lettera di Pietro 3:20,21).

Questo cambiamento è prodotto dal sacrificio di Cristo e dalla fede in Lui (Lettera di Paolo ai Romani 6:4; Vangelo di Giovanni 3:16).

Battezzati, ovvero immersi nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

Queste tre Persone (ma un solo Dio) vengono chiamate in causa quale ragione della conversione e del battesimo stesso e quali testimoni. Il credente viene immerso in Dio; pertanto è invitato ad abitare, dimorare in Dio per una vita da cui Dio non deve essere mai escluso.

Il cristiano diventa così una sola cosa con la Trinità (Vangelo di Matteo 28:19; Vangelo di Giovanni 5:26; 15:4-6; Prima lettera di Paolo ai Corinzi 3:16; Prima lettera di Giovanni 2:27,28).

Pratiche e formule estranee alla Scrittura, all’insegnamento di Gesù e a quanto praticato dagli apostoli, non possono essere accettate dal vero cristiano.

Queste sono principalmente il battesimo per aspersione, il battesimo dei fanciulli, il battesimo nel solo nome di Gesù (Vangelo di Matteo 18:10; 19:13-15; Libro degli Atti degli Apostoli 2:38; 10:48).

Alcuni significati del battesimo per immersione

Verso di riferimento

Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita (Lettera di Paolo ai Romani 6:4).

Il simbolo dell’acqua

Presso gli Ebrei, abitatori del deserto e pellegrini, l’acqua aveva un valore importantissimo; la sua assenza, per il popolo errante, significava un vero e proprio dramma che metteva a rischio l’esistenza. Nel girovagare nel deserto (la prova) lo scoprire nuove fonti d’acqua diventava la conferma dell’intervento divino che puntualmente provvedeva l’acqua, come nel caso della roccia di Oreb, percossa dal bastone di Mosè (Libro dell’Esodo 17:6; vedi anche il Libro dei Numeri 20:8-11). Questo episodio prefigura l’idea che dalla Roccia-Gesù sarebbe scaturita “l’Acqua” della redenzione del mondo. Il Signore stesso è quindi l’acqua della vita per i credenti di ogni tempo.

La prima funzione dell’acqua presso tutte le popolazioni primitive era prettamente pratica, ovvero rappresentava l’elemento per la purificazione del corpo. A livello religioso, l’acqua diveniva poi il simbolo di una profonda ed intima esperienza spirituale. In ogni epoca la “questione spirituale” dell’individuo (forse la sua coscienza?) lo pone, a un certo punto dell’esistenza, di fronte alla netta percezione di sé come di un essere sporco, contaminato dal male, impedito nel suo incedere da un ostacolo morale da rimuovere. Per questo motivo, nell’immaginario collettivo, prendeva consistenza la facoltà purificatrice dell’acqua, capace di eliminare “macchie” e impedimenti e di ripristinare l’originaria bellezza (si rammenti l’episodio del lavarsi le mani di Pilato, segno di rimozione della colpa da sé).

Quanto agli Ebrei, dediti in maniera meticolosa alle abluzioni periodiche, ad un certo punto la tendenza farisaica a formalizzare questo atto lo svuotò del suo contenuto simbolico, interiore, fino a che Dio, tramite Isaia, spronerà così il suo popolo:

…le vostre mani sono piene di sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia… Poi venite, e discutiamo, dice il Signore: “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana (Libro del profeta Isaia 1:15-18).

E’ significativo come già nell’Antico Testamento la salvezza e la redenzione sono rapportate alla giustizia, ad una precisa volontà dell’uomo di operare secondo gli insegnamenti della Legge, anziché ad un cerimoniale di abluzioni o aspersioni. Pur tuttavia, non è sufficiente la sola “risoluzione del cuore” a garantire all’uomo la redenzione. Dio stesso deve provvedere un mezzo di redenzione:

…vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito… vi libererò da tutte le vostre impurità… (Libro del profeta Ezechiele 36:25-29). E’ chiaro che Dio non prevedeva la purificazione del corpo come mezzo di auto-redenzione, ma evidenziava che l’uomo può essere salvato solo grazie a una virtù soprannaturale. L’acqua di per sé non era da intendersi come “strumento magico” della salvezza. Se dunque non è l’uomo che può da solo cambiare il proprio cuore, che può disporre in sé di uno spirito nuovo, se non è in grado di liberarsi dall’impurità, allora deve essere un altro: questo Altro è Dio, il Redentore, Cristo Gesù.

Un altro simbolismo che sottintende che Dio stesso sia l’acqua di vita e di redenzione per l’uomo si può individuare nella visione di Ezechiele (cap. 47), nella quale un rigagnolo proveniente dal tempio diviene un vero e proprio fiume in piena, fiume associato allo Spirito Santo per via degli effetti che determina: sopravvivenza degli uomini, pesce in abbondanza, risanamento dell’ambiente e produttività del terreno.

L’immersione

Con l’immersione si ha l’impressione di realizzare materialmente e simbolicamente il “rivestire Cristo” di cui parla la Scrittura. Siccome l’acqua avvolge interamente il corpo del battezzando, quasi come un vestito, l’immersione rappresenta l’atto di fede del credente che rinuncia al suo vecchio abito (“seppellimento del vecchio uomo”), per indossare l’abito nuovo in senso spirituale (“risurrezione a nuova vita”). Questo abito nuovo è Cristo stesso e la sua natura.

Il senso della completa immersione nell’acqua non è una novità assoluta del battesimo cristiano; è anzi già presente nell’Antico Testamento con due figure assai eloquenti. Pietro lo rende attraverso la figura del “diluvio” che avvolse l’arca salvifica con tutto il suo contenuto umano (e animale), mentre al suo esterno, drammaticamente, per il giudizio espresso da Dio l’acqua compiva una drastica purificazione/condanna del peccato:

…al tempo di Noè, mentre si preparava l’arca, nella quale poche anime, cioè otto, furono salvate attraverso l’acqua. Quest’acqua era figura del battesimo (che non è eliminazione di sporcizia dal corpo, ma l’impegno di una buona coscienza verso Dio). Esso [battesimo] ora salva anche voi, mediante la risurrezione di Gesù Cristo (Prima Lettera di Pietro 3:20-21).

Un’altra figura, impiegata da Paolo per simbolizzare il battesimo è quella del passaggio del Mar Rosso: anche in questo caso l’acqua da una parte è il mezzo che segna la definitiva separazione del popolo Ebreo dall’Egitto ed è simbolo di salvezza divina, dall’altra costituisce l’elemento che condanna drasticamente, per mano divina, l’orgoglio degli egizi.

Il battesimo è quindi simbolo della salvezza ottenuta grazie alla morte e alla risurrezione del Figlio di Dio, è il rito che dichiara pubblicamente il nostro consapevole e volontario allontanamento dallo spirito del mondo.

Ancor di più va evidenziato che il significato di immersione va esteso all’essere battezzati-immersi nella divinità, nel (dentro) nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. La forma trinitaria utilizzata dichiara la sottomissione del credente all’autorità delle tre Persone della Trinità e l’accettazione della salvezza provveduta dal Padre, manifestata e compiuta dal Figlio sulla croce e rivelata e applicata dallo Spirito Santo alla coscienza dell’uomo, da Lui convinto “di peccato, di giustizia e di giudizio”.

Simopietro

Leave a Comment