Io Sottoscritto Barbera Giuseppe vi scrivo la mia testimonianza del Evangelo Pentecostale. Nel mese di agosto del 1924 dall’America è venuto il fratello Giacomo Luppino che ha portato la parola di Dio nelle nostre zone.
Un gruppo di fedeli provenienti da Castelvetrano ha iniziato a cantare nel cortile del fratello Giacomo, mia madre nel sentire cantare decise di andare anche lei insieme a quel gruppo, io segui mia mamma ed avevo l’età di sei anni, lei era di religione cattolico romana.
Mia mamma chiese se erano monaci provenienti dal convento, ma gli risposero che erano Evangelici pentecostali, da allora ogni sera ci riunivamo tutti insieme con i vicini di casa che erano stati tutti invitati e facevamo il culto ogni sera da quel giorno fino ad oggi 23 dicembre 1998 non ho lasciamo mai la comune adunanza ed ho 80 anni e cinque mesi.
NB. La testimonianza è stata trascritta con piccole correzione e riadattamenti da una lettera di proprio pugno lasciata dal Fr. Giuseppe Barbera ai figli. Si allega la foto della lettera integrale
Memore
Ma si d’esempio ai credenti… 1 Timoteo 4:12
Fra i tanti compiti che ci riguardano nel servizio e nell’amministrazione della Grazia di Dio emerge prioritario quello di essere di esempio, di condurre una vita equilibrata, in modo da non destare scandalo.
Insomma se è vero che nessuno è perfetto è anche vero che siamo sulla via della perfezione in Cristo Gesù, “Duce e perfetto esempio di fede”.
In chiave personale, sicuro di esprimere il benestare di tutta la comunità, mi sento di dire che la testimonianza del fratello Giuseppe Barbera risulta quella che lascia un segno vero, positivo nel cuore dei credenti. Egli, che ha vissuto una vita di fede non priva di problemi e afflizioni, è rimasto saldo, coerente, fermo al suo posto come un pilastro portante nella costruzione. Era certamente conscio che come membro del corpo di Cristo bisognava rimanere là dove necessità la propria esperienza e il proprio servizio di offerta al Signore.
Quand capitava di ascoltare la sua testimonianza nel culto mi lasciava sempre nel cuore un calore esortativo come fosse una pagina in appendice al libro degli Atti.
Le sue parole “Ogni sera ci riunivamo” e “da quel giorno sino a d oggi” riportavano alle esperienze della chiesa primitiva e rinnovavano nel cuore la speranza di vedere Dio all’opera nel promuovere, prima nei singoli credenti e poi nella comunità, quel risveglio di potenza che tanto desideriamo.
Non è passato molto tempo purtroppo, che il fratello fu colpito da una malattia che gli faceva dimenticare le cose e perdere conoscenza finanche della moglie e dei figli… ma la cosa che sorprendeva era il fatto che sino alla fine dei suoi giorni sulla terra ha confermato la sua testimonianza, essendo sempre presente là al suo posto di soldato di Cristo.
A Dio sia la Gloria!
Salvatore Trombino